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In quella Ciociaria icona del neorealismo italiano, una storia esemplare di migrazioni durante la seconda guerra mondiale, quando i migranti eravamo noi. Storie di migrazioni interne, umane e non: dalla gioia del garrire delle rondini, portatrici di primavera, alla desolazione del dopoguerra in cui finanche le rondini erano migrate altrove. Con il linguaggio di oggi, ma con il cuore e lo sguardo di ieri, l'autore ripercorre le tormentate e avventurose peripezie della sua famiglia. Settanta anni sembrano non avere neppure scalfito quei ricordi che hanno il potere di attrarre e coinvolgere il lettore all'interno di una narrazione sempre tesa e palpitante. Un libro per non dimenticare gli orrori della guerra ed un monito: a tutto c'è rimedio, fuorché alla morte. Un'occasione per una profonda riflessione sul volto disumano delle guerre, rivolta soprattutto a quelle generazioni cui la storia ha concesso ben altro destino, che in queste pagine possono percepire il battito dei cuori e il respiro dell'anima di tanti anonimi protagonisti, solitamente ignorati dai libri di storia.